La società di consulenza immobiliare Savills ha pubblicato un’analisi del mercato immobiliare nelle località di montagna, che fotografa la crescita globale del turismo sulla neve. Il lavoro in smart working può favorire compravendite e presenze fuori dai periodi di punta, a patto di avere servizi e connessione internet veloce.

Il Covid-19 rende la situazione incerta, ma il turismo legato allo sci aumenta e crescono i volumi di transazioni in Italia rispetto al 2019. Si va verso un inverno difficile ma i turisti, finita la pandemia, torneranno numerosi, a patto che il governo riesca quest’anno a trovare il bilanciamento tra contenimento dei contagi da Covid e salvaguardia dell’economia della montagna, molto legata al periodo natalizio e alle settimane bianche.
Spiega il direttore esecutivo di Savills Ski: “A livello internazionale, il numero di turisti dello sci in tutto il mondo è aumentato durante la stagione 2018/19 per il terzo anno consecutivo, raggiungendo gli oltre 350 milioni. L’aumento più significativo ha riguardato i turisti in Cina (+14,1%), Russia (poco meno del +10%), Repubblica Ceca (6,6%) e Svezia (+5%). Le Alpi rimangono il comprensorio sciistico più grande e internazionale con distacco, e segnano un aumento medio dello 0,6% di visitatori rispetto alla stagione precedente, mentre in Giappone è in costante calo il numero degli sciatori, oggi la metà che negli anni ’80, a causa dei cambiamenti climatici e dell’invecchiamento della popolazione”.

Sebbene i dati della stagione 2019/2020 non siano ancora disponibili, la stagione sulle Alpi si è fermata forzatamente a marzo, quando il Covid-19 ha causato la chiusura degli impianti. Per la stagione 2020/21 i risultati dipenderanno dalle restrizioni in vigore nei vari paesi durante l’inverno, ma ci si aspetta un calo. Nonostante la congiuntura negativa causa coronavirus, i dati storici indicano che lo sci avrà un roseo futuro.

L’impatto a lungo termine del Covid-19 cambierà il modo di vivere la montagna, e potrebbe anche andare a beneficio delle stazioni sciistiche una volta che la pandemia sarà passata. Una delle tendenze che il virus ha accelerato è lo smart working, che si prevede continuerà anche una volta sconfitto il coronavirus. Naturalmente, lavorare da casa, purché ci sia una buona connessione a Internet, può essere fatto ovunque, anche da una casa o un hotel in montagna. Le persone possono scegliere di fare meno soggiorni brevi (weekend o la classica “settimana bianca”) ma prevedere una permanenza più lunga, coniugando relax e lavoro.

Un altro aspetto importante è un maggior interesse per l’ambiente, la natura e gli spazi aperti, che potrebbe attirare un nuovo turismo in montagna. Nonostante la recessione economica globale, i prezzi degli immobili nelle principali località sciistiche più costose hanno comunque visto un aumento dei prezzi, a dimostrazione di una domanda in continua crescita. Infatti, i prezzi al metro quadrato per una proprietà nelle prime 10 località più costose al mondo, è in crescita del 7,2% rispetto al 2019.

Ad esempio, il valore di immobili di fascia alta nelle località francesi di Courchevel e Val D’Isere hanno prezzi più alti rispetto a Parigi, del 60% e 30% rispettivamente, e i prezzi di Cervinia sono paragonabili a quelli di un immobile di pregio a Madrid.

Secondo il rapporto Savills, per attrarre turismo straniero è necessario dotare la montagna di una recettività di alto livello, quali resort di lusso legati a brand e catene internazionali. Ce ne sono molti nelle Alpi, ad esempio ad Andermatt, Davos, Courchevel, Valmorel e Crans Montana. Sono in via di realizzazione nuove strutture a Kitzbuehel, Zermatt, Verbier e St Moritz. Per l’Italia, l’unico resort citato è il Lefay Wellness Residences Dolomiti di Madonna di Campiglio.

L’Ufficio Studi di Idealista ha pubblicato un’analisi sui prezzi delle seconde case, che ha visto una crescita generale, con Courmayeur (15,7%), Pinzolo (10,9%) e Livigno (9,2%) che hanno segnato gli incrementi maggiori del periodo. Sulle 37 località dell’arco alpino analizzate il prezzo più alto è a Cortina (8.897 euro/m2), che ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026, pur in calo del 9,9% rispetto al 2018; seguita da Ortisei, con 6.598 euro al metro quadro, e la già citata Courmayeur a 6.050 euro.
Sopra i 5mila euro troviamo Livigno e Pret Saint Didier, con prezzi rispettivamente di 5.031 euro e 5.018 euro al metro quadro. Restano alti i prezzi nelle località storiche come Pinzolo (4.501 euro/m2), Canazei (4.343 euro/m2), La Thuile (4.224 euro/m2) e Bormio (4.192 euro/m2). Nella fascia medio-alta del mercato troviamo Gressoney (3.475 euro/m2), Moena (3.470 euro/m2), Madesimo (3.340 euro/m2), Ponte di Legno (3.135 euro/m2), e Sestriere (3.133 euro/m2).
Al di sotto dei 3mila euro al metro quadro troviamo Bardonecchia (2.826 euro/m2) e la Valfurva (2.630 euro/m2). Particolarmente economiche Aprica (1.935 euro/m2), Folgaria (1.789 euro/m2) e Malè–Val di Sole (1.558 euro/m2). I prezzi più bassi si trovano a Tarvisio (1.380 euro/m2), Foppolo (1.310 euro/m2) e Sampeyre (921 euro/m2).